Archiviata la sconfitta interna contro il Palermo, per la Cittanovese è tempo di tornare sul campo. La trasferta peloritana della 24ª giornata metterà di fronte i giallorossi di Francesco Ferraro e l’ACR Messina del neo mister Andrea Pensabene. Un impegno molto complicato, sia in termini tecnici che mentali.
Nella mattinata odierna, nel corso della consueta conferenza stampa pre match, il tecnico calabrese ha analizzato i temi della sfida, provando ad andare oltre i rammarichi disseminati lungo l’ultimo tratto di cammino della sua squadra. Al “Franco Scoglio” sarà battaglia: per la classifica, per la maglia e per la storia.
«La partita di domenica scorsa ci ha lasciato l’amarezza della sconfitta, non certo l’appagamento per la prestazione. Di sicuro, però, restiamo consapevoli delle nostre qualità, che sono emerse anche contro la capolista. La Cittanovese vuole far scoccare la scintilla del risultato e tornare alla vittoria. Viviamo un momento negativo e lo sappiamo. Ma dobbiamo avere la giusta fame per uscire dal momento difficile».
Adesso ecco il Messina. Una squadra al terzo cambio d’allenatore ma con un Crucitti in più.
«Loro hanno affidato la squadra ad un tecnico importante. Questo significa che quella società ha le giuste motivazioni per riprendere un cammino positivo. Del resto, il cambio di mister porta sempre una scossa nell’ambiente e nello spogliatoio e responsabilizza i calciatori togliendo qualsiasi alibi. Quindi non mi fido per nulla dei siciliani. Loro ritroveranno Crucitti e per noi non è una buona notizia. L’ACR proverà ad invertire la rotta attraverso l’orgoglio e la qualità. Noi avremo il compito di metterci tutto quello che abbiamo per raggiungere un risultato utile che dia fiducia e serenità. Sta tutto a noi. Con un consiglio per i miei calciatori: ora non dobbiamo più guardare al nome dell’avversario. Ora dobbiamo stringere i denti e dare ogni stilla di sudore per l’obiettivo».
Il 3-5-1-1 di domenica scorsa ha convinto. Avanti così?
«Ogni scelta tattica ha un significato. Quando cambi spesso modulo o sei un mago o sei in confusione. Contro il Palermo abbiamo provato qualcosa di funzionale rispetto all’avversario riuscendo nell’intento di creare densità in fase di non possesso. Noi in questo momento, tuttavia, non possiamo permetterci alcune cose, per caratteristiche e idee complessive. Il 3-5-1-1 dà più palleggio e più densità, ma presuppone un recupero palla più basso. Forse noi abbiamo la necessità di pressare più alti. Poi il calcio vive anche di situazioni. E in questo momento dobbiamo capire come uscire dalla fase di appannamento. Anche a costo di diventare proletari e meno propositivi».
L’innesto di Adusa potrebbe aiutare in questo senso.
«Il ragazzo è tornato in gruppo giovedì. Difficilmente riuscirò ad averlo al meglio per questa gara. Quindi, le soluzioni dovranno essere per forza altre».